Il mare, per me, è la massa verde del litorale veneto, le alghe che si avvolgevano attorno alle mie caviglie quand’ero bambino. Il mare, per me, è una colata di piombo sotto il cielo invernale, una passeggiata sulla spiaggia con una ragazza al fianco. Il mare, per me, è una prateria azzurra scorta rapidamente dal treno in corsa.
Non mi ci avvicino da anni, ma ne ricordo ancora l’odore. Non lo tocco da anni, ma ne ricordo ancora la pressione sul torace.
Il treno, per me, è un territorio onirico. Mi sono perso, vado a cercarmi.
Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.