Aspettando che i pavimenti della mia camera asciugassero ed ascoltando Bjork ho letto ieri "Il Duca nel suo dominio", di Capote. Trattasi di una lunga intervista semirubata a Marlon Brando nel ’57 a causa della quale il divo si incazzò assai, non essendosi reso conto di avere di fronte un piccolo bastardo pettegolo con una memoria eccezionale. A parte la carta così spessa che ci si potrebbe far filtrini per le canne, i caratteri da libro di fiabe per bambini ed una traduzione che scivola sui termini più caratteristici dell’ambientazione giapponese, la lettura è stata estremamente piacevole. Da bravo maître à penser quale sono mi sento di consigliarlo a quanti
- apprezzano Capote;
- amano Brando ed il brandopensiero;
- non hanno molto tempo a disposizione ma come me vogliono ugualmente fingersi persone di cultura (il libro è breve, lo si legge nel tempo che asciugano i pavimenti della mia camera).
Prezzo: sei euro e ottanta ma io l’ho preso con lo sconto.
Casa editrice: non mi ricordo e non ho voglia di cercare ma ha la costina gialla.
Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.