19/12
2005

Stracciamoci tutti le vesti per Borghezio, dai!

"L’europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio è stato aggredito sul treno Torino-Milano "da un gruppo di no global di ritorno dalla manifestazione ’No Tav’"" (fonte: la Repubblica).

Mario Borghezio, classe 1947, è una delle più note teste calde della lega, tristemente famoso per le sue numerose dichiarazioni razziste ed intolleranti; per Borghezio, ad esempio, bisognerebbe autorizzare le forze dell’ordine a sparare agli scafisti, prendere le impronte dei piedi degli extracomunitari, "gasare" gli zingari, accettare Haider come "il nuovo che avanza", ecc.
Ma, degno rappresentante del leghismo più sanguigno, Borghezio non si è limitato negli anni solo a pubbliche esternazioni del proprio pensiero: dalla "disinfestazione" dei treni su cui viaggiavano le prostitute nigeriane, al picchiare un bambino marocchino (1993: 750.000 lire di multa) fino all’incendio di un dormitorio di immigrati. Del resto, Borghezio non nasce leghista e filoamericano: negli anni ’70 frequenta infatti il gruppo eversivo neofascista Ordine Nuovo (sì, quelli che mettevano le bombe sui treni, nelle banche e nelle stazioni), negli anni ’80 bazzica gli ambienti della rivista di estrema destra "Orion", dove pare si distinguesse per le proprie posizioni antisemite ed antiamericane. Del tutto male in quegli ambienti non si deve essere trovato se tutt’ora tiene comizi assieme alla gentaglia di Forza Nuova e del resto sarebbe difficile trovare molte differenze tra il pensiero di Borghezio e quello neofascista.

Sabato sera, dopo la manifestazione contro la TAV, 500 manifestanti salgono sul treno a Torino per tornare a casa. Erano state riservate loro cinque carrozze che infatti sono completamente vuote, ad eccezione di Borghezio e di due poliziotti di scorta. Alcuni di questi manifestanti hanno aggredito Borghezio, prendendolo a sputi e picchiandolo. Hanno fatto bene? No, non ci si mette in tanti contro uno neanche se questi se le merita e se le cerca. Neanche se è Borghezio. Neanche se sono solo schiaffi e sputi e calci. Non perché "non conviene" al movimento, né perché "questo oscura la manifestazione pacifica", ma perché mettersi in tanti (tre, dieci, cinquanta) a picchiare un avversario politico è un comportamento fascista. Borghezio mi sta profondamente sul cazzo e non merita nessun rispetto, nessuna compassione, nessuna solidarietà, ma è così che la penso. Non lo so cos’avrei fatto io al posto di quelle persone che si sono trovate Borghezio sul treno, forse mi sarei comportato come loro, per cui condannarli del tutto sarebbe ipocrita da parte mia. Sono molto combattuto, proviamo almeno a trovare un compromesso: la prossima volta che si incrocia Borghezio su un treno di no global, si sceglie il più grosso del gruppo e si fa un uno contro uno. Oppure gli si da fuoco al sedile.


* P.S.: mi rendo conto di aver usato in questo post il noto ossimoro "il pensiero di Borghezio", ma ho una formazione umanistica e chiaramente ogni tanto una figura retorica ci scappa.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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