30/1
2007

Paura e delirio a Montecitorio

Costretto a barcamenarmi imbarazzato tra lo schietto populismo di un Di Pietro, il vergognoso opportunismo di Mastella, la Rosa nel Pugno desaparecida, le ambiguità della cosiddetta sinistra radicale ed il bizantino digirismo dei diessini, io, che questa gente l’ho votata in buona fede, o almeno come male minore, comincio a sentirmi sempre più ricattato.
I primi mesi, vabbé, c’è stato un certo mercato delle vacche, si spartivano le cariche giocandosele ai dadi, ma era necessario un po’ di terraforming. Poi è arrivato il decreto Bersani che sembrava una buona iniziativa, subito smussata su alcuni punti importanti dalla pressione dei tassisti fascisti. E questa finanziaria, che inizialmente non pareva malaccio ma si è andata come decomponendo prima dell’approvazione ed ancora non si capisce chi ci rimetta e chi, ammesso che esista, ci guadagni qualcosa. Questi ministri che appaiono a qualche trasmissione televisiva, fanno la loro sparata e scappano. Questa faccenda della base americana a Vincenza, poi, è scandalosa. Ora iniziano finalmente a discutere sui pacs e già partono mirando basso, chissà se mai arriveranno da qualche parte; propongono un disegno di legge sulle televisioni ed anche su questo cominciano a sbandare. Per non parlare di tutta la storia del TFR*, che ormai ha assunto toni tra il ridicolo ed il grottesco.
Devo ammetterlo: nonostante tutto l’ottimismo e la buona volontà (miei), questo governo trova sempre nuovi modi per irritarmi e mi sempre più schifo. E non necessariamente per colpa di Prodino, che è stato assunto come capo del governo proprio perché sa sempre trovare una soluzione politica ai problemi, un compromesso con tutti. Compreso l’esercito americano, vabbé, questo non l’avevamo calcolato, ma è un vecchio democristiano e fa quel che può per mandare avanti la baracca. Il problema è proprio la baracca ed i fenomeni da baracchetta che ci convivono a forza, mercanteggiando come ambulanti ina una kasbah, girando come banderuole secondo la direzione del vento.
Sarebbe già quasi, quasi ora di mandarli a casa tutti, e che si vadano a divertire alle riunioni di condominio, non fosse costantemente presente la minaccia di
****** ATTENZIONE: DRAMMATIZZAZIONE IN ATTO ******
Colui Che Non Deve Essere Nominato
l’Avversario
Papé Satan Papé Satan Aleppe
insomma, Berluscao Meravigliao.
Come si fa a far cadere il governo, o anche solo ad auspicarne la caduta, quando è pronto a tornare al potere il Lestofante Capo? Ai vecchi tempi, far cadere un governo era un’operazione abbastanza indolore; mal che vada, avrebbero fatto un altro governo, uguale al precedente, scambiandosi i posti. Oggi la caduta del governo sarebbe un evento catastrofico, un’era glaciale, l’avvento dell’anticristo. Chi se la sentirebbe di restituire il governo all’anticristo?

E quindi, tocca portare ancora pazienza e continuare a masticare amaro, sperando che nel frattempo il Lestofante si ritiri a crimini privati.


* Lo zio Lusky ha scelto al riguardo il fondo Tirana, comparto Las Vegas: ogni anno passa a trovarmi un impiegato e mi fa il gioco delle tre carte. Se trovo l’asso di cuori raddoppio il capitale, altrimenti perdo tutto.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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