7/4
2006

Una lieve distrazione (no berlusca no party?)

Un pensiero mi ha improvvisamente folgorato ieri sulla via delle imminenti elezioni: ma non avevamo detto che dopo cinque anni di governo berlusconi gli italiani si sarebbero finalmente resi conto di che pasta fosse fatto il Lestofante nelle cui mani si mettevano? Non si era detto "non ci cascherà più nessuno, tutti se ne vorranno liberare"? Non si era detto "l’italia si deve vaccinare contro berlusconi"?
Orca pupazza, sì che lo si era detto. Ed ora i sondaggi dicono che almeno il 45% degli italiani lo vuole ancora come presidente del consiglio. E’ possibile che vinca, persino. E non è che la politica del governo berlusconi sia stata poi diversa dal previsto, ci sono state le leggi ad personam, la censura in tv, il populismo, l’asservimento agli Stati Uniti, al Vaticano ed alla Lega, l’economia disastrata, i condoni, i favori ai ceti più ricchi, più o meno com’era stato preventivato. E allora perché metà del paese è ancora con lui?
Dato che preferisco non credere all’ipotesi che tutta questa gente non abbia capito nulla di quanto detto e fatto da berluscazziamaripertutti, devo dedurre che siano davvero d’accordo con lui, o per lo meno che lo ritengano il minore dei mali. Che lavori per l’interesse dei cittadini. Che i giudici lo perseguitino. Che la riforma della scuola sia giusta. Che la bossi-fini sia giusta. Che la legge sulle droghe, la riforma elettorale, l’abolizione della tassa di successione, la devolution, la politica estera, la legge biagi, la legge sulla procreazione assistita ecc. ecc. siano giuste.

Sticazzi.

Abbiamo sbagliato tutto. Le previsioni sul rigetto che avrebbe dovuto inevitabilmente seguire cinque anni di governo del berlusca, l’atteggiamento altezzoso e paternalistico nei confronti dei cittadini, il modo di comunicare, il modo di fare opposizione. Ci siamo concentrati sull’attacco al Filibustiere, chi con lo sberleffo e chi con i processi, e non che ne mancasserole ragioni. Non è che siamo stati troppo cattivi nei suoi confronti (anzi). E’ che abbiamo dato per scontato che il problema fosse l’anomalia politica di berlusconi e che una volta smascherata questa anomalia i suoi elettori, che tendiamo a ritenere poveri dementi o nella migliore delle ipotesi degli illusi circuiti, lo avrebbero abbandonato. Invece di cercare di cambiare l’italia e di far valere la ragione delle nostre idee politiche e sociali, ci siamo limitati a credere che bastasse mettere il boss nella galera dove dovrebbe stare affinché le pecorelle smarrite si ravvedessero. Bersaglio mancato clamorosamente.
Cthulu for presidentInnanzi tutto, abbiamo dimenticato che in un paese come il nostro le possibilità che berlusconi vada davvero in galera per i reati commessi sono pari a zero barrato, ma questo è il meno. Il punto è che berlusconi è un uomo. Uno. Quelli che lo sostengono sono una ventina di milioni. Condividono le sue idee politiche, si riconoscono nel personaggio, voteranno per lui. E’ di loro che ci siamo dimenticati, e non sono solo alcuni rappresentanti della Confcommercio o di Confindustria, non sono solo imprenditori e professionisti e figli di papà e casalinghe rimbambite dalle telenovelas ed altri ben noti nemici del popolo. Numericamente, è impossibile che in italia ce ne siano così tanti. Penso senz’altro che stiano dalla parte sbagliata. Alcuni saranno sicuramente in malafede, razzisti, bigotti, conservatori. Forse tutti. Ma disprezzarli non basta. Cercare di venire incontro alle loro idee bacate è sbagliato. Trattarli da imbecilli è controproducente. Bisogna far loro cambiare idea, e mica per andare al governo o guadagnare dei voti in più, ma perché se il paese è afflitto da idee che reputiamo malsane non basta eliminare il leader per sradicare le idee. Berlusconi non ha forgiato il proprio elettorato, lo rispecchia e lo asseconda e lo rappresenta. Se ne è fatto simbolo, intuendo felicemente che dopo la fine della D.C. alla maggioranza silenziosa del nostro paese i simboli erano venuti a mancare, mentre la sinistra ne ha sempre avuti parecchi e ne ha fatto uno strumento politico potente ed efficace, perché alla gente i simboli piacciono e semplificano la vita. E allora al posto dello scudo crociato, ci ha messo la sua faccia. Sì, lo so che è deprimente, tutti preferiremmo pensare che non ci sia così tanta gente con opinioni che non condividiamo e rispettiamo così poco e che berlusconi sia solo il burattinaio di una folla di minus habens che sognano di fare il calciatore o la velina, ma temo che questa sia solo una nostra pia illusione. Ne abbiamo fatto un simbolo anche noi, in senso opposto.
Oggi come mai prima, credo, l’appartenenza politica in italia è diventata simile al tifo calcistico: da una parte e dall’altra ci si dipinge la faccia e si fanno volare insulti e petardi, si aggredisce l’avversario a prescindere dalle prestazioni delle squadre in campo. Sputiamo la nostra acredine contro berlusconi e finiamo quasi per convincerci che davvero ci piaccia prodi, come se tra prodi e berlusconi ci fosse davvero una differenza abissale per quanto riguarda proposte e contenuti. Riproduciamo su scala domestica lo scontro di civiltà che altri hanno messo in agenda su scala globale. Questo è lo spirito che bisognerebbe scardinare, perché una regola inossidabile del tifo calcistico è che se pure una squadra perde e fa schifo e gioca da cani in un modo o nell’altro la si continuerà a tifare (e se non ci credete, chiedetelo ai tifosi dell’inter). Quello spirito critico e quella libertà di pensiero a cui siamo tanto affezionati e che neghiamo sempre nei nostri avversari politici vengono accantonate nel momento in cui dobbiamo attaccare lo schieramento opposto e, di conseguenza, difendere il nostro. Dai, sul serio, non avevamo niente di meglio da proporre di prodi? Forse no, è questo il tragico. Ci siamo così a lungo concentrati sul berlusca da dimenticarci persino l’importanza di un candidato che ci rappresenti davvero, e domenica andrò a votare per una coalizione che schiera tra le sue fila mastella, rutelli, fassino ed altre canaglie. Sempre meglio del peggio, ma mi viene da vomitare lo stesso. Se questa coalizione, come pare imbrobabile, perderà, potremo anche sentirci circondati da una manica di cretini ed arrabbiarci, ma la colpa non sarà solo delle televisioni del Lestofante Capo, della sua arroganza da farabutto che piace né tantomeno di un’improvvisa crisi di rincoglionimento generale nell’elettorato. Sarà anche colpa nostra, del nostro affidarsi fiduciosamente alle previsioni di uno spontaneo rinsavimento generale, del nostro rincorrere l’avversario sul suo becero terreno di gioco e della nostra incapacità di capire e di farci capire da quei venti milioni di italiani che non si limitano a credere a berlusconi, ma la pensano come lui. Se al contrario la coalizione di cosiddetto centrosinistra vincerà, relegando berlusconi tra i banchi dell’opposizione, potremo anche tirare un sospiro di sollievo al pensiero di essere in leggera maggioranza nel paese, ma a quei venti milioni di italiani ed alle loro idee sbagliate dovremo cominciare a pensarci.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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