23/1
2007

Il titolo, però, legittima il dubbio

Sabato pomeriggio, io solo in casa con il malditesta, il difmetré e la discutibilmente fedele felina Annunziata, ho visto Children of Men di Alfonso Cuarón. Non sapendone nulla, ero convinto che si trattasse di un film ambientato in un futuro dove gli uomini rimanevano incinti mentre le donne andavano a lavorare, o erano morte tutte, o facevano altro; insomma, una via di mezzo tra A.I. e Mrs. Doubtfire. Dio solo sa come mi fosse venuta questa idea, ma non esistendo non può saperlo neanche lui.
Invece il film parlava di (quasi) tutt’altro ed io ci sono rimasto malissimo tutto il pomeriggio perché è cupo, angosciante, desaturato e, per quello che può valere, uno dei più bei film che ho visto negli ultimi mesi. Nonché l’unico, ma vabbé, la stagione cinematografica 2006 l’ho vissuta un po’ distrattamente e la sto recuperando on demand dallo scaffale, per così dire.

Non vi racconto altro, anche perché internet mi paga un tot per ogni divx che scaricate illegamente. Guardatelo e, se siete emotivamente fragili come me, rimaneteci malissimo anche voi. Perché "mal comune mezzo gaudio" è una cosa in cui credere.

Per rimanere in ambito cinematografico, finalmente piove e si stanno per abbassare le temperature. E’ finita la campagna promozionale per il documentario di Al Gore.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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