13/3
2007

"Time", o come sprecarlo

Finalmente sono riuscito a vedere "Time", l’ultimo capolavoro del grande regista coreano (cinese? thailandese? ’sti ninja so’ tutti uguali) Kim Ki-Duk. Sono ironico, evidentemente. A scanso di equivoci, dirò subito che il film non mi è piaciuto per niente, lo giudico una stronzata colossale e penso che il regista, gli attori e tutta la troupe dovrebbero incatenarsi assieme e gettarsi nel mar della Cina*. Perché tanto odio?

Cominciamo dalla trama. C’è una tizia che ama un tipo belloccio ed è molto gelosa di lui, gli fa le scenate al bar perché guarda le cameriere e fa il galletto con le tipe, spacca tutti i bicchieri e se ne va. Fin qui niente di che. Lei è ossessionata dalla paura che lui si stanchi del suo viso, lo accusa di volerla tradire, si fa mille paranoie ed infine scompare dalla sua vita e va a farsi una plastica facciale per cambiare completamente aspetto. Intanto, lui stava pensando all’esclusione dell’Inter dalla Cempions Lig.
Per tutto il periodo in cui è costretta a tenere le bende sul viso lei si nasconde e lo sorveglia, impedendogli ripetutamente l’accoppiamento con altre femmine della specie, perché il tipo è un gran cucador. Dopo sei mesi lei torna con una faccia nuova, si finge cameriera del abr dove lui va sempre, rientra nella sua vita senza farsi riconoscere, gli insegna a tirare il pane ai gabbiani (lui, stupido, inizialmente lo mangia anziché lanciarlo), lo fa innamorare, dopodiché ricomincia a piantargli paletti di gelosia nel culo perché lui ancora pensa all’altra sua fidanzata scomparsa mesi prima. Che è sempre lei, come il lettore più attento ricorderà. E lei gli fa i cazziatoni al bar, rompendo i bicchieri ed andandosene senza pagare.
Lui la manda a cagare, poi si pente, torna da lei strisciando, poi lei gli fissa un appuntamento con la sua vecchia se stessa, lui va in panico, lei gli fa i cazziatoni, lui va all’appuntamento con la sua ex (ma è sempre lei!) e qui capisce che le due tipe sono la stessa persona, una più psicopatica dell’altra. E allora che fa? Fa a botte con un tizio, se ne esce dal bar senza pagare, la manda a cagare entrambe, poi si pente e torna da lei strisciando di nuovo (è un uomo). Lei si nega.
Allora lui va dal plastichirurgo e si fa cambiare faccia anche lui. Ed il giochino ricomincia da capo, con lei che lo cerca dappertutto cercando di capire dietro quale faccia si nasconda il suo amore. Sarà forse lo stupratore incontrato per caso al bar? Sarà il fotografo maniaco che la segue dappertutto? Po’ esse. O forse no? Verrebbe da dire che qui lei comincia a sclerare, ma come il lettore più attento avrà già notato, lei tanto normale non è mai stata.
Il finale, è uno di quei finali a sorpresa che si capiscono già al terzo minuto del film, anche se sono sicuro che Kim Ki-Duk si sta ancora fregando le mani compiaciuto per tanto colpo di genio ed originalità. Spero si sloghi un polso.

Il fatto è che ’sta sbobba sarebbe anche potuta essere bellina, se il film durasse sui venti minuti. Ci sono due o tre idee: la gelosia ossessiva che nasce dall’insicurezza, l’amore che si sente perso quando non può più agganciarsi all’aspetto esteriore, l’importanza di essere belli fuori e psicopatici dentro, il fatto che nei bar coreani puoi andare a piantare casini ogni due giorni spaccando bicchieri, minacciando gli altri clienti ed andandotene sempre senza pagare ed ancora la proprietaria continua ad accoglierti come se fossero contenti di vederti, l’isola con le sculture porno. E poi Kim Ki-Duk non è che manovra la macchina da presa alla cazzo**. Però in questo caso per quanto giri e rigiri il mestolo con grande perizia, di ingredienti nella sua minestra ce ne sono ben pochi. Forse ha cercato una sintesi tra il suo vecchio cinema crudele e quello patinato che è piaciuto tanto in occidente, che ne so? Forse voleva solo diventare schifosamente ricco.

[A questo proposito, ma ’sti coreani quanti soldi hanno? I protagonisti del film non fanno un cazzo dalla mattina alla sera, passano il tempo al bar a litigare o sull’isola delle statue porno a fare le belle colombelle amorose eppure vivono in case bellissime con mobili di design, hanno vestiti firmati sempre diversi e si fanno due plastiche facciali l’anno. Chi paga tutto ciò? Forse è a questa vita che ambisce Kim Ki-Duk?]

[Beh, francamente anch’io.]

Andate a vederlo solo se veramente, veramente avete un bell’orologio, perché sarà la cosa a cui presterete più attenzione durante la proiezione***.



*Indipendentemente dalla loro nazionalità, perché se cominciano uno a gettarsi nel mar della Cina, l’altro nel mar della Corea, quell’altra nel mar del Giappone, servirebbe una catena lunghissima

** Che è il modo in cui noi raffinati cinefili di provincia definiamo un regista dotato di estro e tocco poetico.

*** Il film è uscito nelle sale un anno fa, quindi evitare di vederlo dovrebbe essere abbastanza semplice. Non scaricatelo da Internet, in questo caso la polizia farebbe bene ad arrestarvi.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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