21/6
2011

Di lavoro, ferie ed altri animali

Alcuni fatti interessanti tratti dalla mia autobiografia non autorizzata:

Quando son giornate di scazzo ma devo lavorare seriamente, cioé senza distrarmi a guardar cazzate sulla malefica internett, mi metto le cuffiette e ascolto musica. Così se qualcuno entra in ufficio non lo sento arrivare, quindi mi conviene che sullo schermo non ci sia una vigna di makkox, per esempio. 

Lavoro sempre nell’amministrazione di una fabbrica di mine antiuomo. Il nuovo modello a forma di Lady Gaga sta vendendo benissimo e non fate quella faccia, se non ci fosse domanda avremmo già chiuso baracca. La vostra cosiddetta democrazia è causa e scopo del nostro fatturato.

A volte, quando son giornate di scazzo ma devo lavorare seriamente, un secondo prima di infilarmi le cuffie la mia collega si gira e comincia a raccontarmi cose. Cose tipo: Twilight, i suoi figli, lei che guarda Twilight con i suoi figli, gli esami di conservatorio dei suoi figli, i libri di Twilight che i suoi figli stanno leggendo. Io faccio quella faccia di uno che improvvisamente non solo deve, ma ha persino voglia di lavorare seriamente.

Sabato io et Amormio siamo andati in Val di Fassa, per motivi nostri. Siam partiti la mattina presto che qui al Borgo c’era l’afa, siamo arrivati lì nel pomeriggio che pioveva. E faceva freddo. Non avevamo pensato di guardare a che altitudine fosse la Val di Fassa, prima di partire, e quando siamo scesi dall’auto in maniche corte e sandali la gente del posto ci fissava stupita e si grattava la testa sotto il colbacco. Gli yak che pascolavano lungo la strada avrebbero dovuto farci intuire che qualcosa non andava secondo i nostri piani.

Gran belle montagne hanno da quelle parti, comunque. La Marmellata, il Catinaccio, il Sasso Lungo, il Sasso Piatto... a quanto pare dopo solo due montagne già si erano rotti le palle di inventarsi nomi, in ogni caso è pieno di gran bei sassoni. Peccato non aver avuto il tempo di scarpinarcisi sopra.

Da un paio di settimane stiamo dando ospitalità ad un nuovo felino in casa, un piccolo battufolino morbidino di pelo che la natura matrigna e pure un po’ stronza ha voluto dotare per contrappasso di piccole zanne aguzze, piccoli artigli affilati e lo spirito reincarnato di Genghis Khan un giorno che era incazzato. Lui è tanto dolce e tanto affettuoso quanto sanguinario e molesto, fa le fusa roteando le zampine come le lame del mixer in cerca di soffice carne umana da tritare, io lo amo molto ma sto pensando di farlo fuori con un’iniezione di lexotan prima che le cicatrici sulle mani mi rendano impossibile digitare tutto l’affetto che provo per lui.

Fino a pochi minuti fa ero convinto che Cosenza fosse in Romagna, e pensavo che Brunori Sas fosse bravissimo a dis/simulare l’accento. Mi chiedo a cosa stessi pensando durante tutte quelle ore di geografia alle elementari, non so neanche gli affluenti della Dora Baltea.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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