2/2
2012

Emergenza buio

Ieri al termine di una partita di calcio a Port Said, Egitto, sono scoppiati violenti scontri tra tifosi che hanno portato a una settantina di morti e centinaia di feriti. Date le circostanze ed il momento politico che sta attraversando l’Egitto è facile immaginare che questo massacro di proporzioni inaudite abbia dei connotati quantomeno sospetti, che sia stato se non pianificato almeno "agevolato" dai militari che reggono il Paese. I crimini violenti sono d’altra parte drasticamente aumentati dopo l’annuncio di voler finalmente ritirare la legge marziale, e come la storia e la geografia insegnano la strategia della tensione è sempre il sistema migliore per creare un allarme sicurezza e giustificare leggi repressive. Per saperne di più sul massacro di Port Said in questo momento lasciate perdere i giornali e buttatevi su twitter.

Nel frattempo, nel silenzio generale in Italia si sta procedendo a vendere ai privati pezzi importanti di patrimonio storico ed artistico: pezzi di Canal Grande, l’Ospedale Vecchio di Parma, il Casino Reale di Carditello, eccetera, eccetera, e molti cetera. Finché c’era il Lestofante Capo al governo, almeno ogni tanto un brontolio si sentiva, ora per avere qualche notizia dettagliata tocca mettersi i guanti ed aprire il Fatto.

Ma d’altra parte, data la crisi ed i grossi debiti contratti dai nostri governanti incapaci e ladri, ogni misfatto ormai viene giustificato. Dalla svendita del patrimonio pubblico alle controriforme del mercato del lavoro, dall’aumento della pressione fiscale ai tagli alle pensioni, dai mancati rinnovi dei contratti al blocco dei fondi per qualunque cosa non sia immediatamente produttiva, la situazione attuale giustifica tutto, al governo "tecnico" viene concesso tutto quello che un governo "politico" non potrebbe fare per convenienza politica e mancanza di coraggio. I mezzi di comunicazione di massa, e di riflesso anche un po’ i mezzi di comunicazione "alternativi", sono ancora ben allineati a sostenere il governo Monti, la mano ferma e lo stile sobrio con cui ci strangola, allenati da anni di berlusconismo e da decenni di leccaculismo. In tutto il mondo si contesta il capitalismo finanziario? Da noi si fanno i titoli sull’ermergenza caldo. In Cina si preparano alla successione al governo? Da noi si discute dell’ultima dichiarazione del vice sgherro di fiducia di un homo celticus impazzito da tempo. Affogano 1500 migranti in un anno? Settimane di articoli su i risvolti più oscuri di una nave da crociera spiaggiata. La disoccupazione è ai massimi storici? Meglio scatenarsi contro la battuta del sottosegretario sfigato o sull’annoso dibattito sulla monotonia del posto fisso. E soprattutto tante, tante espressioni di sostegno alle manovre, alle riforme, ai decreti, alle leggi tecnicissime di questo governo d’emergenza, a questo deus ex machina venuto a salvarci, a questo padre padrone severo ma giusto che ci rimetta sulla carreggiata, che ci dia anche qualche ceffone, se serve. Di questo, dicono in molti, abbiamo bisogno. La fiducia nei sondaggi aumenta, il consenso è generale e trasversale. Ma se è davvero di questo che abbiamo bisogno, non è l’emergenza economica il nostro problema peggiore.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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