Si sono svolte nel fine settimana le primarie per eleggere il nuovo segretario del Partito Democratico, e stando a quanto pubblicano i giornali più di tre milioni di persone si sono scomodati ad esprimere la propria opinione. L’affluenza potrebbe apparire un po’ deludente, se consideriamo i quindici milioni di tesserati nella sola Crotone, ma è anche vero che negli ultimi giorni molti elettori del PD erano titubanti a recarsi alle urne per via del recente scandalo Marrazzo. Metti che qualcuno li riprendesse mentre votavano Franceschini, e poi li ricattasse minacciando di spedire il filmato al loro trans di fiducia.
Il risultato è stato ancora una volta sorprendente: ha vinto Bersani, quello che era stato dato da tutti come superfavorito fin dall’inizio. Ma grazie anche agli altri per aver partecipato, eh. Il difficile compito di iniziare finalmente a fare una qualche parvenza di opposizione al governo senza dare però l’impressione di avercela con quel mafioso piduista corruttore e puttaniere che lo guida spessa quindi al pupillo di D’Alema. Ci sarà da ridere, per quelli che ridono anche durante i film di Dario Argento.
(tutti)
Ed ora qualche nota biografica per capire con chi avremo a che fare.
Pierluigi Bersani nasce a Rimini nel 1970. Ottiene la prima notorietà nel 1992 con l’album "C’hanno preso tutto", liberamente ispirato alla cronaca politica contemporanea. Il successo è immediato grazie a singoli quali "Chicco e Spillo", che mette in musica le disavventure di due simpatici sbandati di periferia nei quali è facile riconoscere Ochetto e D’Alema, e "Il Mostro", dedicata alla neonata Rifondazione Comunista. Nel 1995 esce "Freak", il suo secondo album con cui conquista il consenso generale e che gli merita nell’anno successivo la nomina a Ministro dell’Industria, del Commercio, dell’Artigianato, del Turismo e delle Varie ed Eventuali nel primo governo Prodi. Il suo terzo album, intitolato semplicemente "Pierluigi Bersani", esce nel 1997 preceduto dal singolo "Coccodrilli", brano di denuncia contro i comunisti che da lì a poco faranno a brandelli il governo Prodi. Bersani tuttavia non si perde d’animo, e rimane a coprire la carica di ministro anche per i successivi governi D’Alema (e ci mancherebbe), riuscendo nel frattempo anche a vincere il premio Tenco per l’album "L’Oroscopo Speciale". Negli anni duemila il suo stile tende a farsi più ricercato, come testimoniano il disco "Caramelle Smog" nel 2003 e la nomina a membro della "Commissione per i problemi economici e monetari" e della "Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori" nell’ambito del prestigioso parlamento europeo, che gli valgono anche due targhe Tenco. Altro doppio colpo nel 2006, con la nomina a ministro dello Sviluppo Economico nel nuovo governo Prodi ed il successo dell’album "L’aldiquà", che con i singoli "Lo scrutatore non votante", "Lascia stare", "Sicuro precariato" e "Una delirante poesia" si propone come una commovente confessione sulla durezza dell’esperienza di governo. Dal 2008 diventa ministro ombra dell’economia nel contesto dell’opposizione ombra al governo Sauron, carica che a causa della tranquillità economica del periodo gli lascia sufficiente tempo libero per candidarsi alle primarie del Partito Democratico e scrivere un concept album sul dramma delle irregolarità nelle affissioni elettorali, significativamente intitolato "Manifesto Abusivo". Da oggi è il nuovo segretario del partito, e prossimamente in tour nei migliori palazzetti.
Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.