18/1
2010

Il grande cinema di KarmaChimico: Avatar

title=Io fino a tre giorni fa Avatar neanche volevo andarlo a vedere, e so bene il perché. Le prime immagini lasciavano intuire una quantità impressionante di orridi alieni blu puffo, i primi commenti giunti da quell’orrido paese alieno oltreoceano lasciavano intuire una baracconata di proporzioni spaziali e James Cameron si era inimicato ogni maschio verosimilmente eterosessuale una decina d’anni fa grazie a quella storia di [SPOILER!] transatlantici affondati e pittori surgelati, film che peraltro tutti hanno visto vuoi perché innamorati di Di Caprio, vuoi perché costretti dalla fidanzata, vuoi per entrambi i motivi precedenti. Per non parlare del fatto che vedere un film legalmente al cinema ormai mi fa sentire sporco dentro.
Poi sono arrivate le prime recensioni dei bloggerz, gente che ne sa a pacchi e che spesso vede persino i film prima di recensirli, ed è arrivato il commento del cinefilo di riferimento Nello che è andato a vederlo in avanscoperta sabato sera: non male. Un "non male" di Nello vale quattro stelle sul morandini, per cui ci sono andato, senza aver mai visto neanche un trailer, senza sapere chi vi recitava, ignorando totalmente la trama e con solo una vaga sensazione di blu colta dal poster.

Per quanto riguarda la storia, a proposito, alcuni hanno detto che Avatar non è altro che Pocahontas ambientato nello spazio, altri hanno detto che è ricalcato da Balla coi Lupi, altri ancora hanno sottolineato quanto assomigli in realtà a Dune. Premesso che se avete meno di trent’anni non avete visto nessuno dei tre, in realtà mi sembra che si manchi completamente il bersaglio. Avatar è la storia di un tizio che ama una tizia, ma il loro amore non riuscirà ad impedire la guerra tra le rispettive comunità d’appartenenza. Vi suona familiare? Ma certo, è Romeo + Giulietta, l’impareggiato capolavoro di Baz Luhrmann! Mi stupisco che nessuno se ne sia accorto. Per mimetizzare un pochino il plagio, il furbo Cameron ha ben pensato di ambientare il film su un altro pianeta, mettere dei superpuffi da combattimento nel ruolo dei Capuleti e sostituire il frate con una pianta, ma per il resto è tutto uguale spiccicato. A parte il finale, certo, ed il numero decisamente inferiore di sparatorie presenti nel film di Cameron.

Tralasciando la scontatissima trama, comunque, è un film molto ruffiano, che cavalca le mode dell’ambientalismo naive, dell’antimperialismo, dell’antiamericanismo, dell’antiterrestrismo imperanti oggidì, con un finale talmente buonista che dovrete bere caffè amaro per una settimana per riportare la glicemia sotto controllo e - ve l’ho detto? - un sacco di gattoni blu alti tre metri totalmente privi di capezzoli. Inoltre, è magnifico.
Certo, se andate a vederlo aspettandovi Bergman rimarrete delusi, ma del resto Bergman è morto, MORTO!, lo volete capire?! Ed anche da vivo, non avrebbe mai recitato in un film di James Cameron. Avatar è un film da vedere mettendo da parte le aspettative, mettendo da parte la razionalità, mettendo da parte il cinismo e l’eventuale odio per i gatti e lasciandosi conquistare a poco a poco. E’ visivamente splendido, ma non è solo quello. E’ emozionante, altrochenò, ma non solo. Ci sono un sacco di botti, tricchetracche e battaglie volanti tra draghi ed elicotteri, ma c’è anche qualcosa di più. E non mi riferisco al sesso con gli animali. C’è quel trucchetto che ti inchioda alla poltrona come uno stupido dodicenne al cinema per la prima volta, che magari è pochissimo, ma vale la pena.

Inoltre finalmente si capisce da che pianeta arriva il cane dell’Eni.

title= [Un tipico animale del pianeta Pandora, che sta a simboleggiare lo spietato ladrocinio imperialista di risorse energetiche. Nel film, eh.]









P.S.: Per quanto riguarda il famoso 3D, perché pare che questo sia stato il primo film ripreso con tecniche strabilitanti inventate appositamente per la stereocosa e le tre dimensioni, posso solo dire: col cazzo che nel Borgo lo proiettavano in 3D. Al massimo due, e ringraziare.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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