Dopo l’harakiri estivo, è finalmente giunto il tanto atteso momento della nuova scissione di Rifondazione Comunista: Nichi Vendola si è scocciato di stare a guardare Ferrero, che d’altra parte non è neanche un bell’uomo, ed assieme alla propria ghenga ha abbandonato la direzione di Rifonda deciso a costruire un nuovo "soggetto politico". Magari non sembra una buona notizia, ma è il primo segno di vita a sinistra di Di Pietro (quindi, a sinistra) negli ultimi sette/otto mesi. Molti, prevedibilmente, useranno la metafora della scissione dell’atomo. Bene! La scissione dell’atomo produce energia, è già qualcosa. Ferrero, se esclusiamo quegli ottimi cioccolatini, finora non ha prodotto niente (e comunque anche i Rondnoir sono stati una delusione).
Resta il mistero di cosa farà ora Vendola. L’ipotesi più probabile è che recuperi i cocci della Sinistra Balenata (Mussi, Verdi e cianfrusaglie varie) e tenti di costituire un movimento di sinistra che non rinneghi la propria origine ma vada oltre il dibattito sul testamento di Lenin. Magari farà schifo, è pur vero che ultimamente la sua stella si è un po’ appannata. Magari no, e devo ammettere che io Vendola lo apprezzo parecchio: perché è buffo quando parla, perché è l’unico comunista che abbia vinto qualcosa che non sia un salame alla festa dell’unità, perché era uno dei pochi politici contro i bombardamenti sulla Serbia, perché ha (aveva?) carisma e capacità di coinvolgere e di convincere, buone idee e buoni argomenti. Perché è uno dei pochi che quando parla, sembra credere a quello che dice. Resta il problema che è cattolico, e secondo alcuni troppo moderato, troppo fuffaiolo, ma come dicono da queste parti "con la siccità va bene anche la tempesta*". E di questi tempi, francamente, si muore di sete.
*Tanto poi chiedono i contributi per le calamità naturali.
Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.