Massì, in fin dei conti, che continuino a discutere delle norme per salvare il primo ministro, dei decreti per evitargli i processi, degli emendamenti a queste norme, che sviscerino il problema, che lo analizzino, che lo sminuzzino, che propongano modifiche, che lo revisionino, che trovino un punto d’incontro, che cerchino il dialogo, che dialoghino, che litighino, che propongano una nuova norma uguale alla precedenza, tenendo il parlamento occupato a parlare di Silvio B. (assotti) e dei suoi reati ancora per un mese, per sei mesi, per cinque anni, perché con il senso sociale ormai al lumicino e la crisi economica alle porte, anzi, ormai già in cucina, è di gran lunga la cosa meno dannosa che questo governo possa fare.
Figuratevi se si occupassero davvero di economia, politica estera, diritti civili o - la mancanza di dio ce ne scampi - sicurezza. Quei primi quindici giorni sono stati più che sufficienti. Si mantenga pertanto la rotta attuale: processi-giudici-impunità, con un pizzico di gossip sul culo della ministra per ravvivare il discorso. Ad libitum, purché non si arrivi mai a niente, beninteso.
Intanto noi, approfittando della loro distrazione, penseremo a come uscire vivi di qui.
Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.