14/6
2011

Poi dicono la sinistra del no

Passata la grande euforia per il risultato dei referendum di ieri, ci sono un paio di appunti che vorrei lasciare. Ma prima, un altro po’ di euforia:


Lo snoopy delle grandi occasioni

Prima di tutto, lo devo confessare, io non ci credevo. Fino alla sera prima ero pacifico che il quorum non sarebbe stato raggiunto, ho cominciato a crederci leggendo i titoloni di Repubblica nel corso della giornata di domenica e ancora di più le percentuali sulla lavagna del mio seggio, ho incrociato le dita fino all’ultimo. Non ci credevo perché ai referendum del 2005, che trattavano sicuramente temi meno "vendibili" ma forse non meno importanti, si era arrivati a malapena al 25% e questo nonostante su internet non si parlasse d’altro. Nel frattempo, evidentemente, internet è cambiata, gli utenti di internet sono cambiati ed io avevo sottovalutato questo cambiamento, dovuto in parte anche al tanto vituperato feizbuc. Certo, i blogger, ma quelli c’erano già da prima. Certo, twitter, il post, la nonna di heidi, quel che volete, ma secondo me su internet a fare una grossa differenza sono stati i venti messaggi al giorno che da un paio di mesi hanno scassato le beneamate su ogni singola bacheca dell’italico faccialibro. Twitter non lo legge mia nonna, temo che in percentuale lo leggano le stesse persone che leggevano i blog sei anni fa, comunque gente già scantata ed informata. Facebook non solo lo legge mia nonna, ma anche la nonna di mia nonna e via via tutte le nonne di tutte le nonne d’Italia, che hanno così scoperto che: 1. c’era un referendum, anche se la televisione non ne parlava, 2. bisogna votare quattro sì per fermare il nucleare, mantenere pubblica l’acqua della fontanella e mandare in galera berlusconi, ma anche per non perdere l’amicizia di tutto il club dell’uncinetto. Fuori dall’internet ovviamente hanno pesato altri fattori nel successo di questo referendum ed in particolare lo sbattimento di molti promotori, il passaparola, il volantinaggio, le bandiere appese, i messaggini, un tam tam partito dal basso che si è diffuso grazie a gente che ci credeva, tanti singoli piccoli gesti. Ho visto un tizio (che applaudo) prendere la parola durante un pranzo in mezzo ad una trentina di emeriti sconosciuti e ricordare a tutti di andare a votare, rischiando di farsi una colossale figura di merda, lui lì, di faccia sua, ho visto cose così che mi hanno fatto per una volta sentire parte di una società civile che può discutere anche seriamente di problemi concreti che non comincino con la "B". Probabilmente ha pesato, bisogna ammetterlo, anche il "via libera" della Chiesa Cattolica che a differenza dell’altra volta non ha boicottato in modo criminale la votazione ma anzi l’ha persino tardivamente appoggiata, e non è un aiuto da poco in un Paese che si fa ancora molto influenzare dall’opinione del Papa e dalla predica domenicale. Infine ovviamente avranno pesato anche l’effetto Fukushima, la primavera, la sfiducia nei confronti dei governo e un po’ in generale la voglia di far soffrire il Prez. Come diceva Pascal, "è la somma che fa il totale" ed è un totale che per una volta mi va in positivo, mi da persino un briciolo di speranza nel futuro politico di questo caro stivalaccio, a patto che non si dia la volpe per morta e si continui su questa strada buona.

A margine, vorrei indicare al pubblico ludibrio il comportamento dei partiti politici in generale e di uno in particolare. Nessuno dei partiti esistenti, grandi e piccoli, si è particolarmente sbattuto a fare campagna per questo referendum. Se i partiti di governo ovviamente sono giustificati dal fatto che loro non volevano che la gente andasse a votare e quindi non volevano neppure che si sapesse che c’era un referendum e se i partiti più piccoli hanno sempre problemi di pilla, immagino, c’è da dire che neanche il grande partito di opposizione si è dato tanto da fare. Se devo giudicare l’impegno dei partiti guardando il numero di manifesti appesi in giro per il Triste Borgo Natio direi che, per fare un esempio casuale, il piddì si è impegnato tanto quanto "Veneto Stato" (ebbene sì, esiste) e nel complesso molto ma molto meno che per qualsiasi elezione comunale. Ciascuno si dia le spiegazioni che crede, ma io quando li vedo ora prendersi il merito del risultato sento ancora più forte del solito l’istinto di sputargli in faccia. Ma c’è un partito molto peggiore del piddì che naturalmente sta attirando i miei sputazzi con la potenza di un’idrovora alimentata a plutonio ed è la lega, quella simpatica accozzaglia di peripatetici psicopatici verdevestiti che non hanno mai, mai espresso una chiara opinione sui referendum, sapendo di non poter sostenere apertamente dei referendum per l’abrogazione di leggi che avevano votato anche loro né di poter apertamente difendere leggi così impopolari, loro che campano solo di populismo, ed hanno pertanto scelto di stare lì, in silenziosa attesa a bordo campo come avvoltoi, per poi ancora una volta saltare sul carro vittorioso. Bossi che dopo le amministrative giudica "attraenti" i quesiti sull’acqua, Maroni che afferma di averli votati e Zaia che a quorum ormai scontato fa sapere di aver votato addirittura quattro "Sì", Zaia che era ministro di questo governo infame, dov’erano quando il governo ha proposto le leggi ed il parlamento le ha approvate, dov’erano in campagna elettorale questi difensori dell’acqua pubblica, delle energie rinnovabili e della giustizia, possa il fulmine colpirli tutti di carambola?

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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