Ci sono molti, non star&" />

18/12
2009

Se cambia il clima il mio cappotto non è inutile

Berlusconi da giovaneCi sono molti, non starò a sparare percentuali, che pensano che Berlusconi sia una brava persona ed un bravo politico. Magari un po’ sbarazzino con le femmine, ma beato lui che se lo può permettere e che - alla sua età, poi - ci riesce. Ritengono che avendo saputo creare praticamente dal nulla un grande impero televisivo, editoriale, sportivo ed economico sia un individuo assai indicato per dirigere lo Stato. Giudicano i suoi collaboratori delle persone capaci, magari non esenti da errori occasionali ma impegnati seriamente a combattere contro i problemi del Paese, con rigore e quando necessario con durezza. Concordano con le misure prese o promesse dal governo sui temi dell’immigrazione, del lavoro, della scuola e della politica estera, o al limite se ne disinteressano, confidando di aver affidato la propria delega in buone mani. Credono che i giudici dovrebbero limitarsi ad applicare le leggi, senza metterle in discussione, e che la magistratura stia cercando da anni di delegittimare Berlusconi per interesse politico ed accanimento persecutorio, che l’opposizione orchestri una campagna di odio nei confronti della sua persona per subentrargli al potere e difendere i privilegi delle corporazioni che la sostengono: sindacati, impiegati statali, professori, disoccupati fannulloni, magistrati, omosessuali, immigrati.

Ce ne sono poi molti altri, probabilmente meno dei precedenti, che giudicano Berlusconi un arrogante megalomane che ha creato le proprie fortune con i capitali della mafia, un ladro che si è arricchito grazie alle frodi fiscali, alle amicizie politiche ed alla corruzione, un pericoloso fascista che sta mettendo in atto il piano Rinascita della P2, un populista che ha dapprima utilizzato i propri mezzi di comunicazione di massa per proporre disvalori etici e culturali quali obbiettivi desiderabili o mezzi per ottenere il successo personale, e poi si è presentato quale incarnazione di quegli stessi disvalori e modello esemplare di italiano, un farabutto che è entrato in politica per proteggersi dai legittimi provvedimenti che la magistratura stava adoperando nei suoi confronti, un ridicolo coatto con manie di grandezza e nessun senso dello Stato e della legalità. Sospettano che la maggior parte degli uomini e delle donne che lo circondano siano stati messi in posizione di potere esclusivamente in virtù della propria disponibilità a servirlo, anche sessualmente, e che comunque siano privi delle capacità necessarie a svolgere con dignità il proprio ruolo istituzionale. Disprezzano il suo governo che fa leva sugli istinti più bassi della popolazione, sul razzismo, sull’omofobia, sul moralismo ipocrita, sulla paura, per ottenere e mantenere il consenso. Sono convinti che non sarà possibile nessun confronto realmente democratico fino a quando Berlusconi continuerà ad influenzare l’opinione pubblica con i potenti mass media che ha a disposizione, che l’opposizione abbia fatto e stia facendo troppo poco per contrastare il governo, che lo assecondi per opportunismo, mancanza di idee, divisioni interne, scarsa lungimiranza. Alcuni temono che di fatto l’Italia sia già governata da una dittatura dolce.
Naturalmente, ciascuna delle due fazioni pensa di essere dalla parte della ragione e che l’altra parte si inganni, menta o sia composta da totali imbecilli in buona fede o da mascalzoni in cattiva fede.

Di fronte a due punti di vista estremamente divergenti sulla stessa situazione, si dice che la verità probabilmente sta nel mezzo. Visto che è quasi Nasale, il clima politico richiama ciascuno alle proprie responsabilità ed il clima meteorologico invita a raffreddare gli animi, vi confesserò la mia umile opinione: la verità non sta un cazzo nel mezzo. Quelli che ho (brutalmente) descritto non sono due punti di vista divergenti, sono due realtà parallele destinate a non incontrarsi mai, come in quei film di fantascienza. In entrambi i mondi c’è l’Italia, c’è Berlusconi, c’è il governo, l’opposizione, la magistratura, la crisi economica ed un tizio che lancia duomi di natale in testa al premier. Ma si tratta di due Italie diverse, due Berlusconi diversi e due eccetera eccetera diversi. Sono reali tutti e due, contemporaneamente, con la stessa dignità ontologica, mondi inconciliabili generati dalla costruzione sociale della realtà, dalla percezione soggettiva, dalla potenza maieutica del linguaggio, anche se prevedibilmente ciascuno di noi è convinto di vivere in una realtà oggettiva e di fondare le proprie opinioni su argomenti razionali. Sfortunatamente, cose come "realtà oggettività" e "razionalità" non esistono al di fuori delle convenzioni sociali che le definiscono: il concetto stesso di "realtà oggettiva" non è una cosa realmente oggettiva, così come il concetto di "cerchio" non è rotondo. Da questo ragionamento ritengo si possano trarre due conclusioni:

1. Ho un estremo ed urgente bisogno di dormire.
2. Esistono due realtà parallele ed inconciliabili, ma la prima è stupida.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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