10/3
2016

Sette piccole differenze tra cattivi e buoni

​Gli auguri per l’ottomarzo. La colonnina di destra di repubblica. Le notizie pubblicate da repubblica. Le notizie non pubblicate da repubblica. I veneti che scrivono in romanaccio su twitter per darsi un tono. I ragazzi che imparano l’amore su pornhub. I chilometri di filo spinato al confine. I chilometri di filo spinato tra affini. Un tizio che si sposa ed era stato un amico ed ora non è niente. La distanza che mi separa da chi mi è vicino. La reazione occidentale all’emergenza profughi. Il freddo. La pioggia. L’emicrania. La crisi ambientale. Le misteriose malattie della pelle. Il governo e l’opposizione. I politici confessionali. Le battute sessiste. I comitati Prima noi. La paura di farsi male. Gli interessi economici delle multinazionali. Il tempo che passa. I regimi amici. Il capitalismo. Il ginocchio che mi duole. La comfort zone. I talent show. Quelli che insultano i vegani per divertimento. Quelli che insultano chiunque per divertimento. I cinici. Il lavoro salariato. Le persone senza speranza. Chi è passato ed è per sempre. Le cose brutte che succedono alle persone a cui voglio bene. Le presidenziali americane. Le commedie all’italiana. I bambini kamikaze. I piccoli segreti meschini e le omissioni. Le bufale razziste su facebook e facebook in genere. Il senso del dovere. Le risposte formali. La soddisfazione dolciastra e snob dello scrivere questa lista. La routine. Le call conference all’ora di pranzo. Le opportunità, sfumate. Il non poter risentire la tua voce. Le feste comandate. L’attimo che viene dopo l’attimo in cui pensi di poter realizzare qualsiasi cosa. La mia incapacità di evolvere. Le persone che si ritengono furbe e lo ritengono un pregio. I ristoranti a buffet. Le colazioni in piedi. Le primarie del PD. Le presentazioni in powerpoint. Il beige e tutti i colori pastello. Michael Moore. Il Bauhaus. I rifiuti nei fossi lungo le strade. Il cielo nuvoloso. Le immagini motivazionali. I cracker "di riso" che però sono pieni di glutine lo stesso perché il riso è tipo il quinto ingrediente. I quartieri dormitorio. I libri prestati e restituiti senza che siano stati letti. Un’oca che cammina sopra la mia tomba. La gente arrivata e quella che vuole arrivare. Il mio essere un pessimo padre. La neve sporcata dai gas di scarico. I centrotavola all’uncinetto. Le guerre coloniali. La memoria corta. I vuoti di memoria. Quelli che chiamano cuccioli, i figli e bambini, i cani. I golpe militari. Il pinyin senza toni. Quelli che si credono Don Draper e sono irrimediabilmente Pete Campbell. Scrivere per nessuno. La carenza di serotonina. Il Qi di Fegato che risale ed indebolisce il Polmone.

A parte questo, qualche canzone e poco altro non c’è niente al mondo che mi renda triste. Un nonnulla, rispetto alla incommensurabile bellezza del cosmo. Basta poi un battito di ciglia per spazzare via tutto, e sentir fremere dentro di me solo un’invincibile estate.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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