11/4
2011

Tutto ricominciò con un’estate anguàna

ATTENZIONE! Questo post contiene una marchetta spudorata ad un libro di prossima uscita, abilmente mimetizzata in paragrafi subliminali sparsi qua e là attorno al resoconto apparentemente insignificante di banali episodi di vita provinciale. Nessun cimbro è stato ferito durante la realizzazione di questa marchetta e nessun euro è stato intascato (figuratevi).

Questo fine settimana estivo di inizio Aprile l’ho trascorso prevalentemente in orto, a zappare la terra e strappare le erbacce e piantare piantine e seminare semi. Yep. Sono diventato un coltivatore diretto, proprio il lavoro che mio padre sognava per me e che io mi sono sempre ben guardato dal fare in sua presenza. Una volta ero contrario alla coltivazione dell’orto per due motivi:

1. a causa delle piogge acide e dell’inquinamento le verdure dell’orto rischiano di essere comunque poco sane;
2. è faticoso.

Devo specificare quale delle due era la motivazione prevalente? E quale delle due era accampata solamente come scusa per evitare il lavoro? Mannò, se state ancora leggendo siete senz’altro persone intelligenti. E poi cosa ne so io di dove vengono coltivate le verdure che compro al supermercato, probabilmente la camorra fa arrivare le mie zucchine direttamente da Cernobyl. E poi dicono sia fondamentale il chilometro zero, ma nel mio caso dev’essere proprio zero perché io già a chilometro uno ho un inceneritore che brucia la merda tossica di tutto il veneto, quindi scordatevi la buona polentina con il mais maranello, il mais maranello se lo fai passare sotto un contatore geiger secondo me lo puoi accompagnare solo con il sushi di Fukushima, per cui questa è la lunga storia di come mai sono tornato a coltivare l’orto. Oltre al fatto che fino a poco fa non avevo alcun orto da coltivare, ma questa è un’altra storia che a voi non interessa.

Certamente ricorderete "La Valle dell’Orco", il libro che ha segnato una generazione, quindi non è affatto necessario che io vi ricordi che si tratta di un romanzo ambientato nelle contrade montane che circondano il mio Triste Borgo Natio, che riportava in auge il tema delle origini cimbre di queste terre e che narrava di un’orrida serie di delitti conclusasi [SPOILER] con un’azione di eclatante furbizia da parte del più autolesionista dei protagonisti di romanzo. Il libro che ha cambiato per sempre la mia infanzia, anche se è uscito solo un paio d’anni fa. Rinfrescata la memoria? Bene, umettatevi i pollici e preparatevi ad un’altra escursione a Cimbrolandia, perché l’autore (=il tizio che scrive i libri) mi ha testé informato che sta per uscire con un nuovo romanzo, anche questo ambientato nelle immediate vicinanze di casa mia, anche questo presumibilmente ricco di inquietanti omicidi e di fantasiose etimologie paleocimbre! E’ il vostro entusiamo questo boato che sento? 
(spero di sì)


A parte questo zappare e seminare come un gentiluomo d’altri tempi, sabato sono andato ad una cena di reduci degli anni Settanta. E’ stato molto bello ed istruttivo, sono pochi i frichettonni sopravvissuti all’eroina, al riflusso ed al pidì, certo sbevacchiano e sfumicchiano come se non ci fosse un domani ma hanno un sacco di bei libri (praticamente tutto l’Eternauta) e quei dischi neri di plastica che si appoggiano sul girapiatti e ne esce la musica ed ascoltano di quella musica che adesso non se ne sente più in giro, tipo hanno messo su Bob Marley e poi i Wild Cherry e i Traffic, e da lì è nata una discussione colta (per quanto l’alcol e le spezie consentissero) su John Barleycorn e Jack London ed il turismo nudista. E pensavamo io et l’Amor mio che se per noi non è facile vivere in questa società degenerata senza più Marx né valori per loro dev’essere ancora più difficile, per loro che si sbattevano per un mondo migliore ed invece se lo sono visti diventare sempre peggiore e però vanno avanti senza mollare, si fanno tutte le manifestazioni, camminano a piedi scalzi e rollano da professionisti. 

Il nuovo romanzo si intitola "L’ultima Anguàna" e se sapete cos’è un’anguana sapete benissimo che c’è da aspettarsi un sacco di sesso, boschi e sangue, altrimenti è il caso di specificare che non ha nulla a che vedere con le anguille quindi non è quel genere di sesso e sangue che dovete aspettarvi. E quando potremo mettere le mani su questo gioiello? Se non siete già partiti di corsa per andare in libreria avete fatto bene, perché lo troverete solo a partire dal 15 Aprile che tra le altre cose è anche il compleanno dell’amico Nello, che saluto con affetto pur essendo egli sannita anziché cimbro e totalmente fuori luogo in questo paragrafo.

Un’altra cosa che mi è successa è che è passato un tipo per una "distribuzione speciale" porta a porta di Lotta Comunista, "un giornale scientifico". Prima di tutto, qual è la distribuzione ordinaria? Devi andare a prendertelo in Corea del Nord? Perché non ricordo di averlo mai visto in edicola, compagni. In secondo luogo, in che senso un giornale scientifico? Avete un ingegnere in redazione? Perché anche se so che è sbagliato giudicare un libro dalla copertina (ma lo faccio lo stesso), da un giornale scientifico mi aspetto nomi tipo "The Mathematical Intelligencer" o "Focus" o "Playboy", mentre "Lotta Comunista" mi comunica un vago senso retrò di rieducazione politica. Si potrebbe almeno trovare un compromesso, tipo, "Conflitto sociale teso al raggiungimento di un’utopica società di eguali in senso Marxista-Leninista", magari abbreviato in qualche modo. In ogni caso, questo tipo se ne vagava per la periferia veneta come una pecora in mezzo ai lupi con il suo pacchetto di giornali sottobraccio e tutti i miei vicini di casa lo allontavano a male parole, per cui io invece gli ho smollato un euro e mi sono comprato una copia. Anche perché lo so cosa succede a chi torna al furgone senza avere venduto neanche una copia, l’ho letto su Focus. Il tipo è stato così felice, pur continuando a rassicurarmi che si trattava di un giornale scientifico, che per un attimo si è quasi dimenticato di chiedermi il numero di telefono per contattarmi in caso di manifestazioni, riunioni, dibattiti. Gli ho dato quello di Pornorambo.

In ogni caso, sento che questo sarà il romanzo che darà nuova linfa alle mie presunte e del tutto infondate pretese di ascendenza cimbra nonché alle lunghe e violente discussioni sull’argomento con Amormio e come avrete forse intuito sono entusiasta della cosa tanto che in attesa di leggerlo vi ci butto giù una manciata di punti esclamativi così a cazzo da spedire ai vostri amici e parenti: !!!, !!!, !!!

P.S.: L’artefice di tutto questo, il tizio che ha svegliato questo demone cimbro che mi rugge nelle vene (si fa per dire), si chiama Umberto Matino (con una "t"). Volevo evitare di nominarlo perché uno si deve interessare al romanzo e non all’autore, ma poi ho pensato che ci sono anche scrittori che menano.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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