25/8
2011

Voyage à Dugongo [1]

E insomma eccomi finalmente tornato da questo viaggio in Provénz, pronto a raccontarvi tutte le nostre strabilianti avventure anche se voi eravate capitati qui cercando solo donne nude. Protagonisti della meravigliosa epopea di viaggio che state per leggere ignorare sono:

il Lusky che sarei io, guidatore di roulotte, arrogante, violento e scanzafatiche;
la Nona, severa vegliarda, domatrice di onde e rematrice di canotti;
la Glaudia, nipote della Nona, carattere trentino di dimensioni contenute e addetta alla distribuzione dei tovaglioli prepasto;
Navigator, fidanzato della Glaudia, appassionato di astronomia, esperto di cornetti e di tutto il resto tranne: parlare l’italiano, indovinare la direzione alla guida del suo furgone attrezzato camper;
Pornorambo che sarebbe il Pornorambo, mio copilota alla guida della roulotte e ricettore delle mie bestemmie ogni qual volta Navigator sbagliava strada, vorace accaparratore di marmellate e principale finanziatore delle compagnie telefoniche italiane e francesi a causa della fidanza lasciata in patria.

Protagonisti non animati, ma utili in caso la Disney volesse capitalizzare il racconto:

Roulotte: la roulotte;
Ducato: il furgone dedito al trasporto di materiale fustellizio proditoriamente facente funzioni di camper;
Volvo: la robusta ma lunatica trappola inventata dagli svedesi per assicurarsi un costante flusso di capitali dalle mie tasche alle loro, occasionalmente dedita al trasposto di roulotte.

Secondo la pianificazione ad opera della Glaudia, questa vacanza avrebbe dovuto (appuntatevi il modo del verbo) condurci a visitare i luoghi più belli della Provénz e dell’attigua Camargue, tra i quali cito a caso: spiagge, cavalli, pinete, zanzare più feroci d’europa, uomo di grimaldi, profumerie di Grasse, calanchi, dugonghi (fossili di), gole del Vernon, miniere di ocra rossa ecc. ecc. ecc. ecc. Se il suo piano avesse avuto successo, il resoconto completo sarebbe stato sena dubbio più interessante ma avrei dovuto noleggiare l’intera internet per pubblicarlo. La realtà, in effetti, è stata molto più sobria anche a causa di un simpatico imprevisto.
Partiti infatti la sera dal Triste Borgo Natio e dopo aver campeggiato una notte in autogrill per risparmiare tempo e pilla, la domenica stiamo attraversando bel belli la liguria in direzione ovest quando decidiamo di uscire dall’autostrada e fermarci un poco a vedere il mare, ma soprattutto a mangiare. Com’è come non è, una volta fermatasi Volvo decide di non ripartire o meglio, di non ripartire nella sua incarnazione a benza ma solo a gas (Volvo è bisex). Proseguire si presentava problematico, perciò tutta la truppa di comune accordo stabilì di passare il resto della giornata e la notte lì ad Albenga dove eravamo, nell’attesa che il lunedì portasse alla riapertura delle officine meccaniche, dove senza dubbio Volvo avrebbe trovato la cura alla sua stizzosità. In tutta Albenga, trovammo solo un campeggio con una piazzola libera, un’unica micragnosa piazzola per tutti noi veicoli compresi, e solo a patto di liberarla l’indomani all’alba. Inoltre, l’indomani all’alba il meccanico ci disse che la macchina non si poteva aggiustare in tempi brevi, che la cosa migliore era tornarsene a casa con le pive nel cofano, che lo lasciassimo lavorare.

Albenga, Albenga, cosa ti ha fatto il mondo perché tu diventassi così stronza?

Sta di fatto che noi non ce ne tornammo affatto a casa, bensì ci trasferimmo a Ventimiglia in un campeggio più accogliente nell’attesa che un altro meccanico più disponibile si prendesse cura di Volvo, alla quale era stata nel frattempo diagnosticata una grave infiammazione alla pompa della benzina. Del nostro breve ma soprattutto inaspettato soggiorno a Ventimiglia c’è da ricordare: le onde altissime che hanno quasi spezzato in due la Nona, un viaggio a Mentòn con me e Pornorambo nascosti nel retro del Ducato (perché era omologato per tre persone ed io e Porno per la legge francese siamo persone), il pastis a Mentòn, i Balzi Rossi con gli scheletri dell’uomo di cromagnon e le microstatuine delle donne culone che hanno molto impressionato tutti noi, il vecchio che viveva in una roulotte vicino ai bagni e la sera se ne stava tutto nudo a guardare la tv con le finestre aperte offrendo ricordi imperituri ed agghiaccianti a chi voleva solo lavarsi i denti.

Riparata Volvo e salutate con affetto diverse centinaia di euro che lasciavano per sempre le mie tasche, riuscimmo finalmente a riprendere il nostro viaggio in direzione Provénz. Nota sulle autostrade francesi: c’è un casello ogni tot chilometri (tot è un’unità di misura francese) a cazzaccio, ma soprattutto i mezzi lenti devono stare nella corsia più a destra. Anche in Italia, direte voi. Sì ma in Italia c’è più elasticità, complice il fatto che chi sta nella corsia più a destra senza avere un camion è considerato omosessuale. In Francia no, bisogna proprio, se provi a stare nella corsia centrale senza averne diritto ti suonano, ti passano a destra, ti sparano alle gomme, ti tranciano la gola nel cesso dell’autogrill. Tenetelo quindi a mente se mai andrete in Francia.

[Nel prossimo numero: i nostri eroi arrivano in Provénz, s’accampano e discutono di gelatodotti e cosa non si fa in tempo di guerra per mandare avanti la specie]

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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