4/7
2014

Your princess is in another castle

L’altro giorno, cioè in un momento indefinito del passato che non è oggi, ascoltavo questi due tizi mentre discorrevano pigramente di alcuni degli omicidi italiani più famosi degli ultimi anni esprimendo per ciascuno di questi la propria opinione sul presunto colpevole. Per uno dei due, l’assassino era sempre quello identificato dalle autorità competenti: di volta in volta il fidanzato, la madre, la coinquilina americana, il muratore. Per l’altro, non c’era niente che potesse dimostrare la colpevolezza del sospettato al di là di ogni dubbio. Fino a qui, sonnecchiavo senza prestare troppa attenzione. Scivolando un po’ goffamente dal caso di cronaca alla vita reale, uno dei due se ne esce ad un certo punto con l’osservazione che sì, però, le ragazzine d’oggi come se ne vanno in giro vestite? Anche vicino a casa sua c’è un cantiere, e lui li vede i muratori come guardano queste ragazzine di tredici anni con gli short sempre più corti e le magliette attillate, bisognerebbe che imparassero, le ragazzine, come vestirsi. Che stessero più attente.

Se c’è una cosa che accomuna certi deserti pietrosi del medio oriente alle industriose città dell’Europa Occidentale, è che gli uomini sanno benissimo come dovrebbero vestirsi e comportarsi le donne per vivere serene evitando, chessò, di essere stuprate ed uccise. Se solo imparassero! Per il loro bene!

Naturalmente, non conosco nessuno che guardi le gambe alle ragazzine. Ci mancherebbe, sarebbe un maniaco. Conosco però un sacco di gente che vede altri uomini guardare le gambe alle ragazzine, il che francamente dal punto di vista statistico mi lascia basito. Allo stesso modo, non conosco nessuno che sia sessista o discrimini le donne o le giudichi solo come fastidiose petulanti estensioni della loro vagina, ma non posso fare a meno di notare come i miei colleghi di bunker se devono insultare una donna la chiamano "maledetta puttana", se ritengono sia di cattivo umore danno la colpa alle mestruazioni o al fatto che non ne prende abbastanza (di cazzo) e se proprio non la sopportano sperano che rimanga incinta e si levi dalle palle. Se solo imparassero, queste donne, a comportarsi bene anche sul lavoro! D’altra parte una donna intelligente, capace e che svolge il proprio lavoro con determinazione nel migliore dei casi è uno squalo, molto probabilmente lesbica e quasi sicuramente frigida. Una donna che fa politica o che fa carriera è di certo una zoccola, zoccola al cubo se non è sposata. Ancora una volta, sembrerebbe che l’unica costante nel valutare le capacità o il valore di una donna sia la sua capacità di soddisfare il desiderio sessuale maschile e in seconda battuta di sfornare qualche pargolo per assicurare il proseguimento della specie. Tranne che poi, naturalmente, non si capisce perché queste ragazzine se ne debbano andare in giro con le braghette cortissime, arrapando i muratori allo stato brado.

(Pur non essendo un esperto di moda né un indossatore di short, provo a buttar lì un’ipotesi: forse hanno caldo?)

Al mio collega che s’interrogava sulla moralità delle giovinette, non volendo rovinare la mattina ad entrambi con un lungo sermone, ho riservato solo un’alzata di sopracciglio ed un’osservazione: imparassero gli uomini il rispetto e le ragazzine il muay thai, che con gli short le ginocchiate sulla faccia di certi maschietti riescono da dio, molto meglio che con le gonne lunghe.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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