11/1
2010

Magari quando jovanotti ti dedicherà una canzone

Mi dispiace, caro ospite, la drammatica situazione contingente mi spinge a ricordarti che il fatto di avere la pelle nera come quel re mago di cui non ricordo il nome non ti da il diritto di incazzarti, distruggere una cittadina altrimenti armoniosa e dare fuoco alle auto.
Anche se ti sei lasciato alle spalle un continente disperato, un paese disastrato e magari anche alcune situazioni personali problematiche, le auto comunque non le puoi bruciare.
Anche se sei arrivato in Italia con le migliori attenzioni, eventualmente, e poi ti hanno messo nei campi a raccogliere arance o pomodori con una paga da fame, proprio non puoi appiccare il fuoco alle automobili altrui.
E se dalla paga da fame di cui sopra ti levano pure i soldi per il caporale che decide se puoi lavorare o meno, pure per il trasporto, pure per un buco fetido dove dormire, non per questo puoi bruciare le auto.
Neanche quando decidono di spararti addosso per qualche misteriosa ragione della malavita, che queste sono tradizioni nostre che tu forse non puoi capire, neanche allora ti puoi far saltare la mosca al naso e metterti a bruciare le auto in giro.
E quando pure tutti i tuoi amici e colleghi dovessero cominciare a menare le mani e far casino in piazza, sappi che "lo fanno tutti" non è una buona giustificazione per dare fuoco alle auto.
Anche se i cittadini del posto in cui sei finito cominciano ad insultarti, a minacciarti ed a picchiarti perché hai protestato contro lo stato (e lo Stato) in cui vivi, lo stesso non puoi bruciare auto, dovresti averlo capito.
Se vieni poi richiamato al rispetto della legalità da parte di quella stessa società incivile che tollera da decenni la sudditanza alla criminalità organizzata, di quelli che fanno e disfano le leggi in base alle esigenze del delinquente che hanno eletto, dei ministri che sventolano mitra e leggi razziali e poi si mangiano di gusto le arance che tu hai raccolto dall’albero, mantieni la calma, posa il cerino ed allontanati da quell’automobile con le mani bene in vista.
Persino se la tua protesta viene usata come pretesto per metterti in fuga o sgomberarti a forza, se i politici di destra colgono l’occasione per dare a te la colpa di tutto quello che è successo e gli intellettuali di sinistra ti dedicano stucchevoli poesie, ricorda: no car no fire.
E se ti stai chiedendo cosa cazzo ti deve ancora succedere prima di poter incendiare come dio comanda una cazzo di automobile, mi dispiace, caro ospite, me lo stavo giusto domandando anch’io.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




8/1
2010

Questo non ti dissuada dal provarci comunque

Io adoro quando mi arriva una mail che mi propone uno scambio di link. Mi pare di tornare nel 2003, ed io nel 2003 mi sono divertito un sacco: case che esplodevano, conto in banca a zero, pessimismo cosmico, per non parlare di quei trascurabili undici mesi che non ricordo perché ero ubriaco. Adoro quando mi arrivano queste e-mail patetiche e false come giuda, perché non solo posso rifiutarle, e potete scommetterci la parrucca platinata di vostro padre che lo farò, ma posso addirittura prendere l’intera mail, stamparla, sputarci sopra, usarla per incartarla la cacchina del gatto, farne un fagottino e gettarla oltre il muro dell’oratorio più vicino, poi tornare a casa e cancellarla dal computer, non prima di aver iscritto il mittente a tutti i più sordidi gruppi di geriatrofili che facebook comprenda.

Proprio come nel 2003.
Ma, ehi, anch’io leggo il tuo blog e mi piace davvero molto.




7/1
2010

Non ci prenderete divi

Oggi praticamente tutta Italia, tutta Italia a parte una trascurabile e trascurata frazione di disoccupati, riprende il lavoro. La carica di rabbia e frustrazione collettiva è tale che potrebbe far esplodere Saturno, o costruire un duomo di milano di puro odio.

[Nel frattempo: ritorna il Lestofante Capo con i cerotti fuori posto, spariscono i treni, tramonta il sogno dell’Obamismo, il PD decide che vincere le regionali sarebbe segno di scarsa collaborazione, il boss Giuseppe Graviano viene pagato per il proprio silenzio, finisce il 2009, comincia il 10, Brunetta vuol cambiare la Costituzione, sbocciano le bombe a Reggio e noi ci si proietta comunque in avanti.]




22/12
2009

Vi bacio, fratelli cospiratori

Ormai è quasi Nasale. Cade la neve, gli uffici marketing mandano leziose e-mail di auguri direttamente dal 2002 ed io mi preparo ad uscire dal bunker per non farvi ritorno prima del duemiladdieci. Il mio conformismo ipocrita mi suggerisce di farvi i migliori auguri di stagione.
Se siete in cassintegrazione o in mobilità e sperate che il prossimo anno, magari, questa crisi finirà e voi potrete finalmente tornare a sbattervi per portare a casa la pagnotta, tanti auguri.
Se la cassintegrazione neanche ce l’avete, perché qualcuno un giorno ha pensato che la flessibilità fosse una magnifica opportunità per i lavoratori, ed ora voi avete in mano un contratto che scade a san silvestro e non sapete cosa vi riserva il futuro, tanti auguri.
Se avete votato il PD sperando che vincesse, o almeno che ponesse un freno alla megalomania del nano, o almeno che facesse una seria opposizione di sinistra, o anche solo una seria opposizione, o anche solo una cosa seria, e adesso vi chiedete cosa stia facendo il PD, tanti auguri.
Se avete votato Bersani alle primarie e non capite come mai improvvisamente dagli abissi infernali sia rispuntato D’Alema, tanti auguri.
Se avete votato per un partito di sinistra e non riuscite più a trovarlo neanche su facebook, tanti auguri.
Se avete facebook, vi siete iscritti ad un gruppo per uccidere Berlusconi e vi domandate come mai da qualche giorno ci sia sempre una macchina grigia sotto casa vostra, tanti auguri.
Se girate per strada con il fumo in tasca e siete sicuri che, comunque, non vi beccheranno mai o al massimo vi faranno la multa, tanti auguri.
Se siete rimasti bloccati su un treno a causa della neve, ed il controllore vi sta dicendo che non si sa quando ripartirete, tanti auguri.
Se sotto le feste volete andare al cinema ma nel vostro Borgo Natio la scelta si limita a Pieraccioni e De Sica, tanti auguri.
Se per vent’anni avete venduto statuine del duomo di milano, ma quest’anno avete detto no, che cazzo, basta, vendo la licenza, tanti auguri.
Se vi arriva una telefonata dalla banca con cui avete acceso il mutuo, tanti auguri.
Se pensate che la musica salverà il mondo, e poi scoprite che Emanuele Fidoberto canterà a Sanremo, tanti auguri
Se volete fondare un gruppo anarchico ma non sapete come chiamarlo, perché il viminale ha messo il copyright su tutte le sigle migliori, tanti auguri.
Se speravate che Copenaghen avrebbe risolto i problemi climatici e siete sinceramente delusi, tanti auguri.
Se una notte d’inverno un viaggiatore, tanti auguri.
Se siete sempre stati contrari alla violenza, ma la notte di Nasale state passeggiando con in mano il cric nuovo che volete regalare al vostro migliore amico e vi imbattete per caso in Capezzone, tanti auguri.
Se ad ogni nuovo spot a tema natalizio vi viene un attacco epilettico ed iniziate a vagheggiare assalti armati alle agenzie pubblicitarie, tanti auguri.
Se pensate che il Lestofante Capo continuerà a tormentarvi per tutta la vita, ma poi vi ricordate che tutti i dittatori sembrano immortali e tutti alla fine invariabilmente si levano dalle balle, tanti auguri.
Se coltivate le vostre rose in quell’ultimo centimetro che non vi potranno rubare, tanti auguri.
Se vi sentite soli, braccati e disperati, ma poi vedete qualche cucciolo della specie che gioca con la neve e vi vien da ridere, tanti auguri.
Ma se anche no, lo stesso, tanti auguri. Da qualche parte nel mondo è già primavera.




21/12
2009

La grande musica di KarmaChimico: belli e incompresi 2009

Dicembre non è solo il mese del natale, dei regali di natale e dei lanci di regali di natale contro il premier, ma anche il mese delle classifiche sui dischi più belli dell’anno. Qualsiasi persona di buon senso si tiene alla larga da classifiche di questo tipo, che tanto o sono banali e prevedibili o sono stucchevoli e pretenziose, ma in ogni caso non servono assolutamente a nulla; io - che sono del tutto privo di buon senso - tradizionalmente le sfoglio alla ricerca dei capolavori che mi sono perso perché troppo impegnato a cospargere di curaro la mia collezione di souvenir, oltre che per trovare conferma ai miei sopraffini gusti musicali che inspiegabilmente chiunque intorno a me disprezza. Sono un conformista eterodiretto, ma non mi giudicate, voi statisticamente non siete messi meglio. Quest’anno, devo dire, non ho scoperto granché di nuovo. Gran parte dei dischi in testa alle classifiche, sia nelle riviste e nei siti mainstream che in quelli più indie e ricercati (che poi sono i più mainstream di tutti), è sorprendentemente roba che conoscevo e poi, gira e rigira, compaiono sempre gli stessi nomi, vuoi perché si tratta di talenti indiscussi, vuoi perché le case discografiche distribuiscono le loro marchette in parti uguali tra i diversi recensori. In genere svettano alcuni gruppi che a me hanno sfracellato i peones al primo ascolto, o che mi hanno sfinito dalla noia mentre tentavo pazientemente di comprendere il loro genio musicale*, mentre gente che mi ha tenuto compagnia per buona parte dell’anno resiste nelle retrovie o manca del tutto. Questo è il motivo per cui con vostro sommo disgusto ho deciso di pubblicare la lista dei miei

"Belli & Incompresi 2009"

ovvero tutti i dischi che ho ascoltato nell’anno e che a causa della congiura plutomassonica in atto non ce l’hanno fatta ad arrivare, diciamo, tra le prime venti posizioni di qualsiasi classifica dove li siate andati a cercare**:


Crocodiles, Summer of Hate
Fink, Sort of revolution
Red light Company, Fine fascination
Why?, Eskimo snow
Joe Henry, Blood from stars
Reigning Sound, Love and curses
Fanfarlo, Reservoir
Freelance Whales, Weathervanes
Little Dragon, Machine Dreams
Army Navy, Army Navy



Non che siano i dischi migliori dell’anno, o che mi siano piaciuti di più, ma almeno quando li ascolto non ho paura che il vicino mi suoni il campanello per controllare che il gatto stia bene***. Alcuni non sono neanche particolarmente sconosciuti, anzi, però è gente che quest’anno non ce l’ha fatta. Comprateli o procurateveli nei modi più sbarazzini, che tanto a me nessuno mi paga, e poi tornate qui a prendervi giuoco di me con cognizione di causa. Non li ho messi in ordine perché sono contrario a questi giudici comunisti, ma una menzione speciale va ai Crocodiles che mi hanno allietato una settimana sulle decadenti spiagge dell’Istria.


* Indovinate a quale delle due precedenti categorie appartengano, per esempio, gli Animal Collective o i Grizzly Bear.
** In caso contrario, segnalatemeli che li depenno dal mio elenco.
*** Non che io abbia nulla contro Bitte Orca.




18/12
2009

Se cambia il clima il mio cappotto non è inutile

Berlusconi da giovaneCi sono molti, non starò a sparare percentuali, che pensano che Berlusconi sia una brava persona ed un bravo politico. Magari un po’ sbarazzino con le femmine, ma beato lui che se lo può permettere e che - alla sua età, poi - ci riesce. Ritengono che avendo saputo creare praticamente dal nulla un grande impero televisivo, editoriale, sportivo ed economico sia un individuo assai indicato per dirigere lo Stato. Giudicano i suoi collaboratori delle persone capaci, magari non esenti da errori occasionali ma impegnati seriamente a combattere contro i problemi del Paese, con rigore e quando necessario con durezza. Concordano con le misure prese o promesse dal governo sui temi dell’immigrazione, del lavoro, della scuola e della politica estera, o al limite se ne disinteressano, confidando di aver affidato la propria delega in buone mani. Credono che i giudici dovrebbero limitarsi ad applicare le leggi, senza metterle in discussione, e che la magistratura stia cercando da anni di delegittimare Berlusconi per interesse politico ed accanimento persecutorio, che l’opposizione orchestri una campagna di odio nei confronti della sua persona per subentrargli al potere e difendere i privilegi delle corporazioni che la sostengono: sindacati, impiegati statali, professori, disoccupati fannulloni, magistrati, omosessuali, immigrati.

Ce ne sono poi molti altri, probabilmente meno dei precedenti, che giudicano Berlusconi un arrogante megalomane che ha creato le proprie fortune con i capitali della mafia, un ladro che si è arricchito grazie alle frodi fiscali, alle amicizie politiche ed alla corruzione, un pericoloso fascista che sta mettendo in atto il piano Rinascita della P2, un populista che ha dapprima utilizzato i propri mezzi di comunicazione di massa per proporre disvalori etici e culturali quali obbiettivi desiderabili o mezzi per ottenere il successo personale, e poi si è presentato quale incarnazione di quegli stessi disvalori e modello esemplare di italiano, un farabutto che è entrato in politica per proteggersi dai legittimi provvedimenti che la magistratura stava adoperando nei suoi confronti, un ridicolo coatto con manie di grandezza e nessun senso dello Stato e della legalità. Sospettano che la maggior parte degli uomini e delle donne che lo circondano siano stati messi in posizione di potere esclusivamente in virtù della propria disponibilità a servirlo, anche sessualmente, e che comunque siano privi delle capacità necessarie a svolgere con dignità il proprio ruolo istituzionale. Disprezzano il suo governo che fa leva sugli istinti più bassi della popolazione, sul razzismo, sull’omofobia, sul moralismo ipocrita, sulla paura, per ottenere e mantenere il consenso. Sono convinti che non sarà possibile nessun confronto realmente democratico fino a quando Berlusconi continuerà ad influenzare l’opinione pubblica con i potenti mass media che ha a disposizione, che l’opposizione abbia fatto e stia facendo troppo poco per contrastare il governo, che lo assecondi per opportunismo, mancanza di idee, divisioni interne, scarsa lungimiranza. Alcuni temono che di fatto l’Italia sia già governata da una dittatura dolce.
Naturalmente, ciascuna delle due fazioni pensa di essere dalla parte della ragione e che l’altra parte si inganni, menta o sia composta da totali imbecilli in buona fede o da mascalzoni in cattiva fede.

Di fronte a due punti di vista estremamente divergenti sulla stessa situazione, si dice che la verità probabilmente sta nel mezzo. Visto che è quasi Nasale, il clima politico richiama ciascuno alle proprie responsabilità ed il clima meteorologico invita a raffreddare gli animi, vi confesserò la mia umile opinione: la verità non sta un cazzo nel mezzo. Quelli che ho (brutalmente) descritto non sono due punti di vista divergenti, sono due realtà parallele destinate a non incontrarsi mai, come in quei film di fantascienza. In entrambi i mondi c’è l’Italia, c’è Berlusconi, c’è il governo, l’opposizione, la magistratura, la crisi economica ed un tizio che lancia duomi di natale in testa al premier. Ma si tratta di due Italie diverse, due Berlusconi diversi e due eccetera eccetera diversi. Sono reali tutti e due, contemporaneamente, con la stessa dignità ontologica, mondi inconciliabili generati dalla costruzione sociale della realtà, dalla percezione soggettiva, dalla potenza maieutica del linguaggio, anche se prevedibilmente ciascuno di noi è convinto di vivere in una realtà oggettiva e di fondare le proprie opinioni su argomenti razionali. Sfortunatamente, cose come "realtà oggettività" e "razionalità" non esistono al di fuori delle convenzioni sociali che le definiscono: il concetto stesso di "realtà oggettiva" non è una cosa realmente oggettiva, così come il concetto di "cerchio" non è rotondo. Da questo ragionamento ritengo si possano trarre due conclusioni:

1. Ho un estremo ed urgente bisogno di dormire.
2. Esistono due realtà parallele ed inconciliabili, ma la prima è stupida.




15/12
2009

Urgono leggi speciali, due denti nuovi, infermiere disponibili

Io davvero non mi spiego come sia possibile che un sacco di gente con cui ho a che fare, vuoi nel bunker vuoi per strada vuoi su internet (per non parlare della casa in cui abito), esprima in vario modo apprezzamento per l’ignobile gesto di cui è stato vittima il premier, benedica la folle mano del lanciatore di duomi ad altezza d’uomo, arrivi addirittura ad esultare come se l’atto fosse stato in qualche modo provocato, desiderato, orchestrato ad arte, anziché rattristarsi per questo esecrabile episodio di violenza politica e stringersi in solidarietà al mite vecchietto che ci governa ed ai suoi scherani. Ma in che razza di posto mi è capitato di vivere? Perché solo qui, intorno a me, non si sente il calore di quell’abbraccio collettivo che sta avvolgendo il nostro leader in questo momento di sofferenza? Perché solo qui la gente non si sente travolta da quel sereno spirito di responsabilità che spinge politici di ogni schieramento ad abbassare lo sguardo ed invitare alla moderazione? Non li guardano i telegiornali, non li leggono gli editoriali illuminati? Vi sembrerà paradossale, ma io non ho ancora sentito nessuno affermare con viva voce rammarico per l’odioso attentato, al contrario si sono sprecati gli "evvai!", i "ben gli sta!" ed altre espressioni esecrabili, per non parlare del silenzio assorto di chi stava cercando di dissimulare un improvvido orgasmo. Una cosa intollerabile, questa pericolosa incrinatura tra il paese reale che ci viene mostrato dai mezzi di comunicazione di massa e la sua ignobile parodia con cui mi confronto nella vita di tutti i giorni. Speriamo che il ministro intervenga presto.




14/12
2009

Souvenir de Milan

Io l’ho già detto mille volte che Berlusconi è solo un uomo, un simbolo, che colpire lui non servirebbe a risolvere i problemi del paese, anzi, data la situazione, probabilmente li peggiorebbe; d’altra parte, non sarei così ignobile da affermare che accesa la televisione e sentita la notizia, visto il volto sofferente del nostro Amato Lestofante Capo coperto di sangue, io abbia provato un senso di soddisfazione, persino di rivalsa, che mi sia quasi vergognato che dopo quindici anni di malgoverno l’unico gesto ragionevole arrivi da uno psichiatrico, che abbia proposto di stappare una bottiglia, che mi siano venuti in mente graziosi slogan tipo "il potere politico nasce dalla statuetta del duomo di milano", che dopo cinque minuti di noiosa visione di altri programmi televisivi io abbia suggerito di fare un altro giro di telegiornali per tirarmi su il morale, non affemerei niente di così stupido in una situazione tanto grave per la nostra democrazia, dopo un atto terroristico così violento, con tutta la gente infame e delatrice che gira su internet. Comunque, ci siamo capiti.




11/12
2009

Sguardi d’amore e di rancore

Into the wildIn fuga dai meccanismi infernali del sistema capitalistico, questo fine settimana io et Amormio ci siamo rifugiati in un mini nido d’amore sulle dolomiti. Pochi metri quadri di pace e riscaldamento da regione autonoma circondati dalla neve da cui partire per meravigliose escursioni nelle terre selvagge.


In pratica il governo, come dice quella testamatta di Di Pietro, scippa i soldi depositati dalle aziende per il tfr dei lavoratori e li usa per la finanziaria, promettendo di restituirli a data destinarsi, un giorno lontano in cui avranno denaro in sovrabbondanza o ci sarà un altro governo a cui dare la colpa del furto. A questo punto non mi stupirebbe una bella rapina porta a porta.

La sagrada familiaUn giorno, mentre ella sfidava con temerarietà le piste da sci, mi sono fatto prestare un paio di ciabatte da neve e mi sono avventurato nel bosco. Gli alberi erano morbidi pinnacoli disegnati dal Gaudì, ed il sentiero era incrociato dalle orme fresche dei camosci e di altri animali sconosciuti. Non che io conosca i camosci, peraltro.






Il presidente del consiglio, nostro amato Lestofante Capo, accusa i giudici di essere un partito e promette di cambiare la Costituzione italiana. Il segretario di quell’altro partito che ormai mi schifo a nominarlo reagisce con vibrante compostezza. Neanche una dittatura seria ci è capitata.

HokusaiUn altro giorno, complice la nebbia e la quasi totale estinzione dei turisti, sono tornato ad agganciarmi gli sci ai piedi ed ho finalmente imparato il segreto della svolta a sinistra, riprendendo confidenza con questo sport borghese per il quale provo un distacco ideologico ed una diffidenza originata da uno spiacevole episodio personale. Che forse mi sono dimenticato di raccontare sul bloggo.

Il presidente del consiglio, sempre lui, afferma che gli elettori lo amano perchè ha le palle. Ora invito tutti quelli che hanno votato per lui a chiudere gli occhi e visualizzare mentalmente i testicoli di Berlusconi, i flaccidi testicoli di quel plurisettantenne che amate. Ve lo siete meritato.

Il viaggiatoreE’ successo un paio d’anni fa, quando avevo iniziato a cimentarmi con questi attrezzi e non avevo paura dell’ortopedico. Una mattina ci siamo trovati io, una discesa innevata piuttosto ripida, una fila di persone in attesa di salire in seggiovia, e la fottuta legge di gravità. Il resto non è importante. Comunque è uno stupido sport borghese.


Una nota positiva: il fotografo supercoatto che ricattava i divi è stato condannato a 3 anni e 8 mesi. Suppongo quindi che adesso sia in carcere, no? Quindi le immagini di lui che si allontanava sdegnato dal tribunale insultando i giudici devono essere state un’allucinazione. Del resto quel tatuaggio sul suo torace non poteva che essere frutto della mia mente malata.

Rosso di seraInfine, con rammarico, abbiamo fatto i bagagli e siamo tornati a casa, lasciandoci alle spalle le montagne che si tingevano di rosa al mattino e di rosso la sera, il filetto di maiale affumicato ed i paesini che sembravano usciti dal presepe. E via, verso nuove meravigliose avventure.





9/12
2009

Sulla via di Damasco

Emergono inquietanti similitudini tra la mafia ed Al Qaeda: pare che anche Cosa Nostra, infatti, sarebbe guidata da un leader misterioso ed inafferabile supportato da una miriade di "numero 2" che si fanno arrestare in sua vece nel momento del bisogno (di chi li arresta). Non si conoscono altre organizzazioni nella storia della civiltà umana con un numero così alto di vice-capi, ad eccezione del Partito Democratico che però si può considerare un’organizzazione solo in senso molto lato.

Torna di moda in questi giorni la polemica sui pentiti, a causa di questo tale Sputazza che ha accusato Berlusconi e Dell’Utri di essere, rispettivamente, Berlusconi e Dell’Utri. Come sempre in questi casi, gli accusati si difendono affermando di essere i principali paladini della lotta contro la mafia (vedi arresto allegato) e che il pentito sarebbe un falso pentito che vorrebbe trascinare all’ergastolo con sè i suoi principali avversari, forse nella speranza di ritrovarseli in cella assieme e sottoporli alla dura legge dell’amore carcerario, delegittimando il governo ed inficiando in modo irrecuperabile il processo di beatificazione del nostro Amato Lestofante Capo e del suo fido scudiero. L’opposizione, riunita in piazza, chiede a gran voce le dimissione del premier, cosa che peraltro faceva anche prima delle dichiarazioni del pentito. Da parte del Partito Democratico, invece, si osserva con pacatezza che le affermazioni del pentito andranno verificate, e che una volta verificate si potrebbe forse eventualmente prendere in considerazione l’ipotesi di chiedere con gentilezza che il premier, se non ha impegni precedentemente assunti, esponga in parlamento o in televisione le sue ragioni, ovvero che il pentito sta comunque mentendo ed i giudici non dovrebbero fare domande. Ad ogni modo, sono tutti concordi, è ora di smetterla di credere ai pentiti e di togliere loro quegli ingiustificati privilegi di cui godono in quanto pentiti. Qualcosa non mi torna.

Il cosiddetto "pentitismo", ovvero la pratica di concedere sconti di pena, protezione e vantaggi materiali di varia natura agli appartenenti ad un’organizzazione criminale che si "pentono", ovvero che collaborano con la magistratura allo smantellamento dell’organizzazione a cui appartenevano, è una pratica che in Italia si è cominciata ad usare alla fine degli anni Settanta. A quel tempo, cari amici bambini, in Italia esisteva un certo numero di organizzazioni politiche clandestine che si dedicavano alla lotta armata ed avevano ottenuto un certo numero di trucidi successi. Dopo una quantità decisamente eccessiva di morti ammazzati, si pensò di smantellare queste organizzazioni sostanzialmente pagando i militanti arrestati affinché fornissero indicazioni per catturare quelli ancora a piede libero. Forse come incentivo iniziale venne usata anche qualche torturina, in fondo si trattava di difendere la democrazia, ma una volta rotto il saldo vincolo di fiducia che legava i terroristi è facilmente comprensibile come il pentitismo sia diventato di gran voga tra i rivoluzionari in gheba, i quali in genere preferivano fare una profittevole chiacchierata con gli investigatori prima che lo facesse qualcun altro a loro discapito. Non bisogna dimenticare, inoltre, che i vantaggi per il collaboratore erano tanto maggiori quante più informazioni elargiva; non c’è quindi da stupirsi se una volta esaurita la memoria qualcuno metteva al lavoro la fantasia. Il giochetto, naturalmente, funzionò, le organizzazioni politiche clandestine collassarono ed il dibattito armato sullo Stato Imperialista delle Multinazionali terminò stancamente nelle carceri speciali. E’ per questo che oggi viviamo in una democrazia. Una volta terminati i terroristi a disposizione, si pensò di applicare la stessa tattica alle organizzazioni di stampo mafioso. Anche in questo caso, seppure in modo meno eclatante, i successi non mancarono. Alcuni mafiosi scelsero di collaborare con la magistratura, va da sè in cambio di sostanziali sconti di pena, un fottio di soldi e la possibilità di non essere strangolato in carcere. Da un punto di vista etico, magari, qualcuno potrebbe storcere il naso: si tratta pur sempre di pagare qualcuno perché faccia da delatore. Ma serve per uno scopo più grande, e funziona, quindi fanculo agli scrupoli. Grazie ai pentiti si è finalmente capito com’era organizzata Cosa Nostra ed a pizzicare qualche boss, e tutto sembrava avviato verso la definitiva trasformazione della Sicilia in un colossale parco giochi quando improvvisamente i politici cambiarono opinione sui pentiti ed iniziarono a sollevare obiezioni sulla loro affidabilità. Cos’era successo? Da un lato, alcuni mafiosi avevano fatto i furbi, rilasciando dichiarazioni fasulle allo scopo di inguaiare degli innocenti e di ostacolare le indagini. Questo, però, era successo anche con i pentiti della lotta armata e sostanzialmente non era interessato a nessuno, tant’è vero che ancora oggi vengono ricercati terroristi accusati solo da pentiti di dubbia credibilità e nessuno ha mai avuto nulla da ridire. Dall’altro lato, però, alcuni pentiti di mafia hanno cominciato a parlare non solo dei propri complici mafiosi e dei propri capi mafiosi, ma anche dei referenti politici che da qualche parte tiravano i fili o traevano vantaggi dall’operato mafioso. E questo, naturalmente, è un affronto insopportabile alla democrazia del nostro paese. Nel momento in cui i pentiti cominciano a parlare dei politici, i politici decidono che i pentiti non erano più affidabili come una volta. E da qui una campagna di delegittimazione, una riduzione degli incentivi al pentitismo, un garantismo precedentemente sconosciuto a tutela degli accusati. Insomma, i pentiti andavano benissimo quando servivano a fermare il terrorismo politico, andavano benone quando servivano a sferrare i primi colpi contro la mafia, vanno decisamente male nel momento in cui coinvolgono pezzi grossi della politica nazionale. Perché dai, politici mafiosi, in Italia? E’ assolutamente inverosimile. Ecco allora quello che non mi tornava prima. Il pentitismo, al di là dei dubbi sulla sua validità etica, non è uno strumento che funziona in sè, per le sue proprie qualità, ma un’arma che lo Stato usa contro i propri nemici, anzi, prima ancora, per scoprire chi siano i propri nemici. E lo Stato non può permettersi di scoprire che i propri nemici sono al suo interno, che è egli stesso il proprio nemico, non può puntare quell’arma contro se stesso, a meno che l’arto dello Stato che impugna l’arma sia sano, indipendente e libero di intervenire sugli altri arti per amputarne le zone corrotte. Potrebbe, se la magistratura giudicasse tutti i cittadini come eguali ed avesse quindi la volontà e la licenza di mettere in discussione, prima ancora che condannare, i capi dello Stato così come ha fatto ha per i capi del terrorismo e della mafia, ovviamente verificando l’attendibilità di e cercando prove di, ma in Italia al momento questo davvero, dai, è assolutamente inverosimile.




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